lunedì 9 febbraio 2015

Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS)

“Possiamo essere schiavi del passato ma dobbiamo assolutamente essere i signori del futuro“. B. Pascal

DEFINIZIONE
Il disturbo post traumatico da stress (DPTS) consiste in una sindrome caratterizzata da forti sofferenze psicologiche causati da un evento traumatico, catastrofico o violento.
Originariamente esso era conosciuto come nevrosi da guerra, proprio perché inizialmente tale disturbo veniva spesso riscontrato nei soldati reduci da combattimenti e situazioni belliche molto cruenti. Successivamente, in particolare dopo la guerra del Vietnam, la prevalenza delle sindromi post-traumatiche nel personale militare iniziò a manifestarsi in modo significativo ed il tema iniziò ad essere portato all'attenzione di alcuni psichiatri sensibili al problema, così che nel 1980 fu introdotta nel DSM III la diagnosi di Post-Traumatic Stress Disorder. Nella versione riveduta del DSM IV sono individuati 3 differenti tipi di disturbi:

  • Disturbi dell'Adattamento (DA): si tratta di disturbi di moderata entità, con sintomi di tipo ansioso e depressivo, reattivi ad un evento emotivamente significativo ma che non implica necessariamente un'esperienza di morte (reale o minacciata) è il caso, ad esempio, di un abbandono amoroso o di un licenziamento improvviso;
  • Disturbo Acuto da Stress (DAS): è una condizione psicopatologia acuta che si manifesta, entro un breve arco di tempo, come conseguenza ad un avvenimento molto grave, in tal caso però il quadro sintomatologico si manifesta entro le 4 settimane dall'evento traumatico e si risolve nello stesso arco di tempo;
  • Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS): è una manifestazione psicopatologica di consistente gravità, a lungo termine e strettamente collegata all'esposizione di un evento traumatico. 
Il Disturbo Post Traumatico da Stress (la più invalidante delle tre forme) rappresenta, quindi, la possibile risposta di un soggetto ad un evento critico abnorme, inusuale o improvviso per il quale la persona non ha tempo o modo di porre in atto adeguati meccanismi difensivi . Può trattarsi di eventi come terremoti, incendi, nubifragi, incidenti stradali, ma anche maltrattamenti durante l'infanzia, abusi sessuali, stupro, atti di violenza subiti o di cui si è stati testimoni, attentati, azioni belliche, etc.) 

Il DSM IV mantiene l'idea che l'evento stressante debba implicare un'esperienza di morte (reale o minacciata) o di serio danno, sebbene altri ricercatori come Weaver A., McNelly R.J., Avina C. e O'Donohue W. sostengono una definizione più aperta, che includa anche eventi non catastrofici.

C'è da dire, comunque, che non tutti i soggetti che subiscono un trauma svilupperanno un DPTS e di quelli che lo svilupperanno molti si riprenderanno nei primi mesi successivi all’evento tutto dipende dalla concomitanza di diversi fattori sia di natura soggettiva che oggettiva. Tuttavia la natura dell’evento traumatico è molto importante per lo sviluppo o meno di un DPTS. Lo stupro, ad esempio, riporta in generale la prevalenza più alta. Kessler et al., hanno riportato che il 65% dei maschi e il 46% delle donne in seguito a stupro hanno sviluppato un Disturbo Post Traumatico da Stress.

I pazienti con PTSD vengono abitualmente classificati in tre categorie, in base al tipo di coinvolgimento nell'evento critico che ha originato il disturbo:

  1. primari: quando le vittime hanno subito personalmente l'evento traumatico
  2. secondari: quando le vittime sono testimoni diretti dell'evento, o i parenti delle vittime primarie (ad esempio, nel caso di un lutto)
  3. terziari: quando si viene a conoscenza, in forma indiretta di eventi subiti da altri; come ad esempio il personale di soccorso (volontario o professionale) che si trova ad operare con le vittime primarie o secondarie, oppure come quando si viene a conoscenza dell'evento critico attraverso la TV o addirittura se ne assiste alla diretta.
SINTOMATOLOGIA
I principali disturbi, presentati dalla maggior parte dei pazienti con Disturbo Post Traumatico da Stress, sono riassunti dalla cosiddetta "triade sintomatologica", per come definita dalla classificazione del DSM-IV-TR: intrusioni, evitamento, hyperarousal (iperattivazione psicofisiologica).

Tra i sintomi, in particolare si possono riscontrare:
  • Flashback: un vissuto intrusivo dell'evento che si propone alla coscienza, "ripetendo" il ricordo dell'evento. In alcuni casi la persona può vivere stati dissociativi durante i quali può rivivere parti dell'evento  e si comporta come se le stesse vivendo proprio in quel momento.
  • Numbing (intorpidimento): uno stato di coscienza simile allo stordimento ed alla confusione. Di solito dopo il trauma la persona presenta una riduzione della reattività verso il mondo esterno e le relazioni sociali, lamenta una riduzione di interesse per attività in precedenza ritenute piacevoli, manifesta incapacità di provare emozioni e prova disinteresse per le prospettive future.
  • Evitamento: la persona tende ad evitare tutto ciò che ricordi in qualche modo, o che sia riconducibile, all'esperienza traumatica (anche indirettamente o solo simbolicamente).
  • Incubi: che possono far rivivere l'esperienza traumatica durante il sonno, in maniera molto vivida.
  • Hyperarousal (iperattivazione psicofisiologica): caratterizzato da insonnia, irritabilità, ansia, aggressività e tensione generalizzate che di solito il soggetto manifesta quando si trova esposte a situazioni che assomigliano o richiamano l'evento traumatico come ad esempio ripercorrere la strada dove si è subita l'aggressione o la violenza, l'anniversario dell'evento traumatico, ascoltare il racconto di un evento similare ecc.

Alcuni recenti studi, hanno dimostrato una forte correlazione tra DPTS e Diabete di tipo 2. Secondo questo studio, il rischio di ammalarsi di diabete 2, nelle donne che presentano un Disturbo Post Traumatico da Stress è raddoppiato, come è dimostrato che aumenta pure il rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari, ed obesità
Le reazioni emotive tipiche di chi ha un disturbo post traumatico da stress sono: paura, orrore, una forte angoscia e senso di impotenza, ma anche dolore, o a seconda, vergogna e senso di colpa per ciò che è successo e come ci si è comportati. 
A volte la persona cerca sollievo (ma in realtà peggiorando la situazione) abusando di alcool, droga, farmaci e/o psicofarmaci.

TRATTAMENTO
Dopo aver vissuto un evento traumatico, di solito la persona tende a cercare di dimenticare il trauma vissuto e tenere sotto controllo le sensazioni spaventose ad esso correlate, innescando così, il più delle volte, una vera e propria battaglia di controllo del pensiero che si rivela quasi sempre fallimentare. In questo modo, il tentativo di mantenere un controllo dei propri processi mentali, o di scacciare qualunque ricordo dalla propria memoria fa sperimentare al soggetto la situazione paradossale di non riuscire a non pensare a ciò che vorrebbe dimenticare. Infatti, i tentativi che la persona mette in atto per allontanare sensazioni, pensieri, immagini o stimoli che potrebbero far insorgere ricordi dell'evento traumatico, nella fattispecie, finiscono per intensificarli ulteriormente. 
Oltre ai tentativi di dimenticare, si aggiungono, come già accennato, anche quelli di evitamento: si evitano luoghi, persone e situazioni direttamente collegate all'evento, ma si può arrivare anche ad evitare situazioni che pur non avendo un nesso diretto con il trauma gli sono state associate, incontri sociali, film, musica che stimolano emozioni simili a quelle sperimentate durante l'evento. 
Infine, c'è un'altra strategia che spesso la persona utilizza e che si rivela altamente controproducente: la richiesta d'aiuto e rassicurazioni, ossia la tendenza a farsi sempre confortare e accompagnare da qualcuno che si presti ad intervenire in caso di crisi. Purtroppo l'effetto di tale strategia all'inizio è rassicurante ma gradualmente porta all'aggravamento della paura. 

Sulla base di quanto detto prima, appare evidente che un intervento terapeutico basato su una logica ordinaria, che utilizzi come unico strumento la razionalizzazione e la consapevolezza, risulta assolutamente inappropriato. 
Per questa ragione, di fronte a questo tipo di disturbo, la tecnica elettiva risulta essere la Terapia Strategica Breve, che ha approntato uno specifico protocollo costruito ad hoc per il DPTS la cui applicazione richiede poche sedute a distanza di 15 giorni. Tale protocollo prevede alcune prescrizioni comportamentali generali, da adattare però al singolo caso e al singolo paziente. Essendo, inoltre, il Disturbo Post Traumatico da Stress, proprio per le sue connotazioni ansiogene, classificato universalmente all'interno della categoria delle nevrosi d'ansia, potrebbe essere indicato associare l'apprendimento del Training Autogeno, soprattutto nel caso in cui la misura dell'ansia dovesse risultare troppo alta rispetto alla media. 

Dott.ssa Maria Giovanna Zocco

Fonti: 
Cagnoni F. - Milanese R.: Cambiare il passato - Ponte alle Grazie Ed.
Sito: Wikipedia alla voce Disturbo Post Traumatico da Stress


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