martedì 17 giugno 2014

Disturbo Ossessivo Compulsivo


CENNI STORICI
Le prime osservazioni sul comportamento ossessivo risalgono al 1860, ma solo verso l'inizio del nuovo secolo Freud aprì la via ad una comprensione più profonda di tale disturbo, egli lo chiamò: nevrosi ossessiva e ne descrisse il quadro clinico nella lezione 17 della "Introduzione alla Psicoanalisi" (1915-1917). Questa sintomatologia, prima dell'uscita della terza edizione rivisitata del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-III-R), era conosciuta come (psico)nevrosi ossessivo-compulsiva o, semplicemente, come è tuttora definito in Psicoanalisi: (psico)nevrosi ossessiva.
Tale disturbo, oggi definito: disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), pur essendo classificato tra i disturbi d'ansia dal DSM-IV-TR2, da molti è considerato invece, in virtù della sua scarsa rispondenza al trattamento con farmaci ansiolitici, come
entità nosografica autonoma, con un decorso e una sintomatologia peculiari. Tale disturbo è principalmente caratterizzato da una sintomatologia costituita da pensieri ossessivi associati a compulsioni (azioni particolari o rituali da eseguire) che tentano di neutralizzare l'ossessione.

EZIOLOGIA
Le ricerche hanno dimostrato che il DOC è molto più comune di quanto si pensasse. Circa un individuo su 50 tra adolescenti e adulti è affetto da disturbo ossessivo-compulsivo.
Per quanto riguarda invece l'eziologia non c'è ancora una letteratura sufficientemente ampia e condivisa sulle cause del disturbo, in quanto esso può avere una causa esclusivamente biologica oppure essere anche accentuata da comportamenti acquisiti in persone geneticamente predisposte.
Comunque, il fatto di avere genitori o figure importanti durante l'infanzia e l'adolescenza affetti da DOC o da tratti di personalità ossessiva, influisce in modo decisivo sullo sviluppo del disturbo ossessivo-compulsivo; pare che il DOC sia scatenato dall'aver avuto genitori assenti, cioè ipoprotettivi, o, soprattutto, iperprotettivi e insicuri nei confronti del mondo. Inoltre i sintomi possono scatenarsi la prima volta o acutizzarsi, anche temporaneamente, in condizioni di stress eccessivo o a causa di uno shock emotivo o evento traumatico.
Per la psicoanalisi il disturbo rientra tra le varie nevrosi sviluppabili con le diverse "fissazioni" nelle varie fasi di sviluppo, per la nevrosi ossessiva tale fissazione riguarda la fase di sviluppo sadico-anale. In particolare se al bambino viene data un'educazione rigida al momento di passare al vasino, egli, come limita la funzione dell'escrezione, maturerà una personalità rigida e ordinata, spesso perfezionista. Il contenuto ossessivo spesso è derivato da esperienze varie, molto spesso da trasfigurazione di aspetti infantili.

DIAGNOSI
Il disturbo viene riconosciuto come tale solo se compromette il normale ritmo delle attività quotidiane e il funzionamento sociale e lavorativo del soggetto e se occupa un tempo significativo della giornata (un ora o più al giorno) e interferiscono con le attività del quotidiano (lavoro, studio, vita di relazione, cura della casa o dell’igiene ecc.).
Le ossessioni sono pensieri, dubbi, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che affliggono l'individuo e che da questo vengono percepite come invasive e inappropriate (o comunque fastidiose) e che provocano una marcata sofferenza. La differenza con i disordini della personalità risiede proprio nel fatto che  l'individuo si rende conto che i pensieri, le immagini o gli impulsi sono frutto della propria mente, mentre nel disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (o OCPD) hanno carattere egosintonico.
L'individuo tenta (inutilmente) di ignorare o sopprimere tali pensieri, immagini o impulsi, o di neutralizzarli (altrettanto inutilmente) con altri pensieri e comportamenti ("compulsioni").
Le compulsioni sono comportamenti o azioni mentali ripetitivi che l'individuo si sente obbligato a eseguire, come una sorta di rituale stereotipato (che può servire a "riparare" un "danno" oppure a diminuire l'ansia causata da un pensiero), per difendersi da una certa ossessione.
Il disturbo ossessivo compulsivo può riguardare diverse tematiche come la contaminazione, il perfezionismo, l'ordine, il controllo. Da qui si possono distinguere:
Disturbo ossessivo compulsivo da controllo
Il disturbo si manifesta con ossessioni e compulsioni che implicano timori ricorrenti e controlli protratti e ripetuti, correlati al dubbio di aver dimenticato qualcosa o di aver fatto un errore o danneggiato qualcosa o qualcuno inavvertitamente. Chi soffre di questo tipo di disturbo arriva a pensare che una propria azione o omissione sia causa di disgrazie.
Esempi di controlli tipici riguardano aver chiuso la porta di casa, il gas o l’acqua,
aver contato bene i soldi o non aver scritto parole blasfeme.
accendere e spegnere le luci un certo numero di volte prima di uscire da una stanza;
salire una scala o entrare in una stanza sempre e solo con un piede anziché l'altro;
alzare e abbassare continuamente il volume di una radio o del televisore perché si è convinti che nessuna intensità sia adatta;
lavarsi reiteratamente le mani a intervalli regolari durante il giorno o non riuscire a smettere di lavarsele una volta insaponate;
controllare ripetutamente che la macchina parcheggiata sia ben chiusa a chiave prima di lasciarla;
Disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione
In questo caso si tratta di ossessioni e compulsioni connesse al rischio di contagi o contaminazioni. Le persone che ne soffrono sono tormentate dall’insistente preoccupazione che loro stessi o un familiare possa ammalarsi entrando in contatto con qualche invisibile germe o sostanza tossica. Agenti “contaminanti” comprendono sostanze come urine, sangue, sudore, saponi, solventi e, per generalizzazione, tutti gli oggetti o persone potenzialmente veicolo di queste sostanze. Il contatto con la sostanza temuta è seguita da rituali tesi a neutralizzare la contaminazione, ovvero rituali di lavaggio (es. lavaggio ripetuto delle mani, dei vestiti o di oggetti personali).
Disturbo ossessivo compulsivo da accumulo
Il soggetto affetto da questa tipologia di disturbo si manifesta con l’impulso di accumulare e conservare oggetti, anche insignificanti e deperibili (es. giornali, pacchetti di sigarette vuoti, bottiglie vuote), perché “un giorno o l’altro potrebbe servire”. Le condotte di accumulo non sono generalmente accompagnate da ossessioni. Lo spazio occupato dalle “collezioni” può arrivare a occupare gran parte dello spazio in casa. Questi soggetti sono generalmente poco critici riguardo ai loro rituali.
Disturbo ossessivo compulsivo da ordine e simmetria
Il disturbo si manifesta come intolleranza al disordine o all’asimmetria. Libri, fogli, penne, asciugamani, videocassette, abiti, piatti, devono risultare perfettamente allineati, simmetrici e ordinati secondo una precisa logica (es. dimensione, colore). Quando il paziente percepisce asimmetria o disordine si impegna anche per molte ore a riordinare questi oggetti, fino a sentirli “a posto”. Le ossessioni di ordine e simmetria possono riguardare anche il proprio corpo (es. pettinatura dei capelli, abiti). Esempi di ossessione di ordine e simmetria: contare in gruppi di quattro, sistemare le cose in gruppi di tre, sistemare gli oggetti in insiemi pari o dispari, evitare il calpestio delle fughe di separazione (ossia poggiare il piede solo al centro delle piastrelle) ecc.;
Disturbo ossessivo compulsivo da superstizione eccessiva
La persona che ne è affetta manifesta pensieri superstiziosi portati all’eccesso. L’esito degli eventi viene legato al compimento di certi gesti, alla visione di certi oggetti e/o colori, al suono di determinati rumori. Per annullare un effetto negativo, il soggetto affetto da disturbo ossessivo compulsivo da superstizione eccessiva deve mettere in atto il “giusto rituale”, adattato in base alla situazione che gli ha arrecato lo stato di ansia, e ripeterlo il numero di volte adeguato per evitare qualche disgrazia (ad esempio, fare una preghiera per 3 volte dopo aver visto un’immagine ritenuta negativa).
Ossessioni pure
Alcuni soggetti affetti da DOC manifestano ossessioni senza compulsioni. Manca, dunque, la componente rituale o compulsiva; tuttavia, il soggetto colpito manifesta pensieri ossessivi riguardanti l’avverarsi di situazioni altamente improbabili, ma che gli risulterebbero intollerabili. Il contenuto di tali ossessioni spesso può essere a sfondo religioso, sociale o sessuale. È il caso di chi è ossessionato dal timore di essere o diventare omosessuale o pedofilo o di chi ha il terrore di essere colto da un’aggressività improvvisa e incontrollabile e fare del male a chi gli sta accanto. In tali pazienti, l’episodio ossessivo è spesso seguito da un dialogo interiore rassicurante, che rappresenta un tentativo di soluzione al disagio attivato dall’ossessione.

DECORSO
In assenza di terapia appropriata vi sono quattro tipi di decorso]:
episodico: con sintomi presenti solo in alcuni periodi della vita di una persona, o anche un solo episodio in tutta una vita. In alcuni casi può non essere nemmeno diagnosticato un disturbo;
cronico fluttuante: i sintomi sono scostanti nel tempo, con miglioramenti e peggioramenti, tuttavia non scompaiono mai completamente, a seconda del livello generale dello stress;
cronico stabile: i sintomi si manifestano in maniera graduale ma, poi, rimangono stabili nel tempo;
cronico ingravescente: è il più grave e comune. Generalmente i sintomi iniziano in modo graduale; ci sono periodi di peggioramento e periodi di stabilità, seguiti, poi, da nuovi peggioramenti.

TRATTAMENTO
Il DOC, in sé stesso, non pregiudica l'intelligenza del soggetto, ma solo il suo comportamento, anzi, le persone affette da DOC hanno in genere un quoziente intellettivo più alto della media degli altri individui. Con la terapia si possono far scomparire i sintomi oppure farli regredire ad uno stadio più lieve, che si manifesta come un DOC con decorso più leggero (e soprattutto stabile). 
Il DOC è tradizionalmente considerato un disturbo a decorso cronico e invalidante, spesso refrattario ad ogni tipo di intervento terapeutico, in particolare quando la malattia giunge al trattamento in soggetti con oltre i 40 anni di età. Questo è il motivo per cui è molto importante, per il disturbo ossessivo compulsivo, un intervento preventivo di diagnosi e di intervento, ai primi sintomi e/o in presenza di comportamenti con connotazioni tipiche dei tratti ossessivo-compulsivi bisogna richiedere al più presto un consulto e una diagnosi psicologica che, in caso affermativo, permetta il trattamento adeguato prima che il disturbo possa diventare cronico. Tuttavia, oggi la prognosi è sicuramente migliorata anche in età avanzata, in quanto l'approccio terapeutico al disturbo è radicalmente mutato: la psicoanalisi non è più considerata la cura-tipo per questi pazienti, mentre risultano più efficaci e applicabili su scala più ampia la farmacoterapia, la psicoterapia cognitivo-comportamentale ma, soprattutto, la terapia strategica breve. Infatti, nell'ambito questo nuovo tipo di intervento (Psicoterapia Strategica Breve) sono state messe a punto delle prescrizioni comportamentali e dei protocolli specifici di intervento per il DOC che hanno dato esito di completa remissione e senza ricadute nel 71% dei casi trattati rientranti in un progetto di ricerca (Nardone-Watzlavick: "L'arte del cambiamento" 1990). Sempre la stessa ricerca ha dimostrato, inoltre, che il 94% dei casi con esito positivo è stato trattato in meno di 20 sedute.

Dott.ssa Maria Giovanna Zocco

Fonti:
  • Silvano Arieti: "Manuale di Psichiatria" Boringhieri 1969
  • G.Nardone, P.Watzlavick: "L'arte del Cambiamento" 1990
  • Wikipedia: l'enciclopedia libera
  • Sito APC: Associazione di Psicologia Cognitiva e Scuola di Psicoterapia Cognitiva S.r.l.

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